Il Castello di Montebello
Come ho sempre detto, l’Italia è ricca di castelli e di leggende. Questo ormai non dovrebbe più stupirvi! Praticamente ogni castello italiano nasconde una leggenda o una storia più o meno felice. Talvolta queste suggestive dimore sono davvero piene di mistero e si racconta di sinistre apparizioni nelle loro stanze e corridoi. Che si tratti di storie reali o di leggende, non importa. Proprio grazie a queste storie, talvolta terrificanti, questi castelli attirano l’interesse di tanti visitatori, affascinati da queste storie e in giro per tutto lo Stivale in cerca di antichi manieri infestati e case maledette. Oggi ve ne presento uno proprio da brivido…siete pronti?
Siamo in Emilia-Romagna, regione davvero ricca di rocche e di castelli… e naturalmente tutti pieni di miti e di leggende. Ma forse, tra tutte, la storia più famosa è quella del Castello di Montebello in provincia di Rimini, e di Guendalina Malatesta, soprannominata “Azzurrina”.
Dall’alto dei suoi 436 metri, Montebello domina la vallata, offrendo ai visitatori un panorama splendido e pieno di fascino. La sua grande Rocca ha ben mille anni di storia da raccontare; costruito a guardia di una via di grande valore strategico poiché rappresentava il collegamento principale con il Montefeltro e con la Toscana, è senza dubbio uno degli edifici storici più interessanti della Signoria dei Malatesta nel territorio romagnolo.
La prima costruzione di questo castello, che ha le fondamenta proprio sulla cima del monte, risale all’epoca romana e poi, nei secoli, ha subito un sacco di interventi e modifiche. Se lo visitate, avrete l’occasione di fare un vero e proprio viaggio di 500 anni nella storia dei mobili italiani! Vedrete, infatti, mobili di grande pregio che vanno dal 1300 al 1700.
Ma la struttura del castello, i suoi cunicoli misteriosi e i suoi antichi passaggi sono stati anche il teatro della vicenda di una bambina di 5 anni, figlia del signore del luogo, conosciuta con il nome di Azzurrina.
Tutte le leggende nascono con la stessa dinamica: una storia, realmente accaduta, viene tramandata a voce e ad ogni passaggio, ad ogni racconto, subisce qualche modifica e qualche aggiunta, più o meno fantasiosa. Anche questa storia non fa eccezione.
La bambina di cui si parla in questa leggenda era la figlia di Uguccione, feudatario e signore di Montebello. Nel 1375 fu protagonista di un triste fatto di cronaca: in un giorno di giugno, precisamente il 21 (cioè il giorno del solstizio d’estate), la bimba scomparve e non venne mai più ritrovata. Il suo vero nome era Guendalina; dalle cronache del 1600 risulta che fosse nata albina; un cronista del tempo ci racconta, infatti, che “…aveva gli occhi color del cielo e i capelli chiari coi riflessi azzurrini…” e da qui il suo soprannome, Azzurrina.
Ancora oggi, purtroppo, la diversità è qualcosa che fa paura… e ancor di più spaventava in un tempo lontano, dove le conoscenze erano poche e c’era tanta superstizione. La paura e il sospetto portano talvolta a cercare rimedi estremi. Eliminare il diverso e tutte le paure che rappresenta, può essere visto come una soluzione.
I genitori della bambina, per proteggerla o forse per nasconderla, cercarono di tingerle i capelli… ma il bianco dell’albinismo non trattiene il colore, anzi, reagisce alla colorazione diventando azzurro. Ecco spiegato lo strano colore dei capelli della bimba.
Purtroppo, tutto questo all’epoca non lo sapevano e la strana reazione dei capelli della bambina sembrava quasi un atto di magia: la piccola venne presto considerata una strega. Azzurrina venne nascosta nelle stanze sotterranee del castello e sparì. Non sappiamo esattamente cose le sia successo… non sappiamo se la sua sparizione sia stata causata da un atto di violenza o se si sia persa in qualche corridoio per non essere mai più ritrovata. Quello che ci resta sono di nuovo le parole del cronista seicentesco che ci riferisce: “…e si narra che, allo scadere del solstizio estivo di ogni lustro, un suono proveniente da quel sotterraneo cunicolo si faccia ancora sentire…”.
Leggenda? Superstizione? Chissà. Ancora oggi tutti conoscono questa storia; qualcuno ci crede, qualcuno la contesta, qualcuno ne ride, ma tutti ne parlano. Nel 1990, il 21 giugno, una squadra di tecnici del suono ha provato a fare delle registrazioni con apparecchiature molto sensibili, in grado di registrare qualsiasi frequenza di suono. Si sentono tuoni, il vento, un improvviso temporale e poi… un suono. Che suono?
Ai turisti in visita viene fatta ascoltare la registrazione. Le opinioni, ovviamente, sono molto diverse tra loro. Qualcuno dice che si tratta del pianto di una bambina, per qualcun si tratta di una risata, alcuni affermano addirittura di sentire una voce o una parola, altri ancora sentono il rumore di piccoli passi infantili. Per molti altri, invece, si tratta solo di un effetto acustico causato dal vento e dalla pioggia.
A questo punto ognuno è libero di farsi un’opinione personale…quindi, che aspettate? Visitate il Castello di Montebello, passeggiate tra le sue mura, godetevi i suoi fantastici arredi e poi andate ad ascoltare la registrazione di quella notte di quasi 25 anni fa. L’interpretazione di ciò che sentirete, sarà tutta vostra!